Il Sole, dopo un periodo di quiete più lungo del previsto, si sta avviando a raggiungere il massimo del suo undecennale ciclo di attività nella primavera del prossimo anno, e difatti il numero di macchie solare con i vari fenomeni correlati, come brillamenti (flares), eiezioni di massa, archi coronali, ecc., è in continuo aumento da circa due anni a questa parte.
Proprio in questi giorni stiamo tirando un sospiro di sollievo per il gigantesco gruppo di macchie solari, denominato AR 1476, prossimo ormai al bordo del Sole che, per fortuna, non ha prodotto i fenomeni temuti, come intensi brillamenti ed emissioni di massa coronale (CME) quando si trovava in direzione della Terra.
Temuti perché nei casi più estremi i loro effetti sul nostro pianeta potrebbero provocare danni alle reti di telecomunicazioni e arrivare addirittura a produrre qualche black-out sulle reti elettriche alle alte latitudini. Ma tutto sommato, anche dovessero presentarsi queste circostanze, dovremo ritenerci fortunati. Sì, perché, a quanto pare, nell’Universo le stelle come il Sole sembrano molto più attive e soprattutto capaci di produrre esplosioni con energie migliaia o addirittura milioni di volte superiori a quelle dei più violenti brillamenti che abbiamo finora registrato sulla nostra stella.
A indicare questo scenario è lo studio di un gruppo di ricercatori giapponesi dell’Università di Kyoto coordinati da Hiroyuki Maehara. Il team ha analizzato i dati raccolti dal satellite Kepler della NASA che tiene continuamente sotto controllo oltre 100.000 stelle, riuscendo a rilevare anche le loro più piccole variazioni di luminosità.
Tra tutte queste, i ricercatori hanno concentrato la loro attenzione sulle variazioni della luce emessa da circa 83.000 stelle che presentano caratteristiche analoghe al nostro Sole, come massa, temperatura superficiale, età, riuscendo a individuare 365 brillamenti avvenuti su 148 differenti astri. E dall’analisi che ne è seguita, i brillamenti che si registrano sulla nostra stella sembrano essere al confronto poco più che deboli scintille.
APR news
Fonte Focus
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