Negli ultimi anni le emergenze alimentari si sono susseguite creato allarmismo, a volte eccessivo. Uno dei modi per “tutelarsi” è quello di andare verso prodotti di Qualità, ossia quei prodotti che oltre ad utilizzare un processo produttivo ineccepibile dal punto di vista igienico-sanitario, sono realizzati con ingredienti e materie prime privi di contaminanti.
I prodotti biologici nell’immaginario collettivo sono spesso associati alla Qualità e il consumatore acquistandoli è disposto a pagare anche un terzo in più perchè si sente più sicuro e perchè li percepisce come prodotti sani. Tuttavia un recente studio stabilisce che i prodotti biologici, disciplinati dal Regolamento Europeo 834/2007, in realtà non sono più sani e non sono del tutto esenti da pesticidi.
Ad affermarlo è uno studio dei ricercatori dello Stanford University Medical Centre, in California, in collaborazione con il Veteran Affairs Palo Alto Health Care System secondo il quale gli ortaggi e i frutti “bio” non comportano alcun vantaggio per la salute rispetto a quelli coltivati con pesticidi e prodotti chimici.
Il dottor Dena Bravata, che ha guidato la ricerca, ha affermato:”non c’è molta differenza tra alimenti biologici e convenzionali, se sei un adulto e intendi prendere una decisione basata esclusivamente sulla salute”.
Gli esperti hanno scoperto che gli alimenti convenzionali nella quasi totalità dei casi presentano tracce di pesticidi o antiparassitari al di sotto del livello considerato pericoloso per la salute. In definitiva secondo gli scienziati le differenze tra prodotti bio e prodotti convenzionali sarebbero assolutamente marginali, e non tali da rappresentare un reale vantaggio per la salute.
Il co-autore della ricerca Crystal Smith-Spangler ha spiegato:”Zero pesticidi, fertilizzanti o additivi chimici, ma solo concimi organici, più sostanze nutritive e vitamine, se è questo che si pensa del biologico non è dunque del tutto vero”. “Molti credono che il cibo biologico sia sempre piu’ sano e piu’ nutriente. Siamo rimasti un po’ sorpresi di non aver avuto riscontri in questo senso”.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Annals of Internal Medicine, ha raccolto dati su frutta, verdura, cereali, carne, latte, polli e uova prodotti con pratiche produttive rispondenti ai criteri bio, confrontandoli poi con i valori dei prodotti convenzionali. Ricordiamo che nel cibo biologico la possibilità di contaminanti chimici è ridotto del 30% ma non esiste la garanzia di assenza totale, mentre nel cibo convenzionale i livelli di pesticidi sono comunque sempre nei limiti di legge consentiti.
Lo studio ha esaminato un serie di ricerche effettuate sui prodotti convenzionali e su quelli biologici, nello specifico, sono stati analizzati 17 studi sugli esseri umani e 223 sui livelli di sostanze nutritive, contaminazioni batteriche, micotiche o di pesticidi. Il risultato? Non sono state trovate differenze rilevanti nel contenuto vitaminico dei vari alimenti. I prodotti biologici sono risultati leggermente in vantaggio per quanto riguarda i valori di vitamine e antiossidanti; infine non sono state rilevate differenze sostanziali a livello di proteine o grassi tra latte biologico e convenzionale.
La concentrazione microbica (Escherichia coli) può essere valutata allo stesso modo su entrambe le categorie di prodotti; i microrganismi trovati in polli e maiali bio risentono meno del fenomeno della resistenza agli antibiotici, ricordiamo infatti che una delle regole dell’allevamento organico è l’uso ridotto al minimo di questa categoria di farmaci.
Come sempre in questi casi è bene usare prudenza nei giudizi. Lo studio evidenzia che mangiando bio non si assumono più vitamine o sali minerali (o quanto meno con differenze davvero minime), ma si ingeriscono meno sostanze con un valore nutrizionale nullo e più sane. Stando alle ultime indagini di mercato i consumatori italiani preferiscono comunque affidarsi ai prodotti bio, i quali, nonostante la crisi hanno visto un incremento.

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Fonte: Annals of Internal Medicine

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