
Nel 2025 il tema dell’equilibrio tra sostegno internazionale e crisi occupazionale interna diventa sempre più centrale in Europa. Mentre i governi stanziano ingenti somme a favore dell’Ucraina, migliaia di posti di lavoro risultano a rischio o già persi in diversi settori strategici.
L’Italia nel 2025 deve affrontare circa 7.500–8.500 posti di lavoro a rischio, soprattutto in comparti tradizionali come l’automotive, gli elettrodomestici e il settore moda/artigianato, oltre a turismo e retail.
Allo stesso tempo, il governo ha stanziato 1,6–1,7 miliardi di euro di aiuti complessivi all’Ucraina.
Per dare un’idea della scala: con 1,7 miliardi, se impiegati nel settore pubblico o nei servizi, si potrebbero creare circa 56.000 posti di lavoro (calcolando un costo medio di 30.000 € annui per lavoratore, compresi stipendi e contributi, lordo mensile: 2.500 €).
- Germania: pur affrontando quasi 53.000 posti persi, continua a investire oltre 7 miliardi a sostegno militare ed economico dell’Ucraina.
- Regno Unito: nonostante una stima impressionante di 207.400 posti a rischio, si conferma tra i maggiori finanziatori con circa 15 miliardi di euro.
- Italia: pur con cifre inferiori rispetto a Berlino e Londra, i dati mostrano una tensione tra le necessità interne e gli impegni internazionali.
- Francia: con circa 4.500 posti a rischio (da grandi gruppi come Auchan, Michelin, HSBC, Vencorex) mantiene comunque un impegno consistente, con oltre 2,6–2,8 miliardi di euro tra aiuti militari, economici e umanitari.
Il confronto mette in evidenza un nodo cruciale: quanto incidono le scelte di politica estera sul mercato del lavoro interno?
Se parte dei fondi destinati agli aiuti esterni venissero riorientati alla creazione diretta di occupazione, i numeri sarebbero molto diversi. Nel caso italiano, con gli stessi 1,7 miliardi già stanziati, si potrebbe affrontare quasi sette volte l’impatto occupazionale stimato dei licenziamenti.
La sfida per i governi europei sarà quindi bilanciare solidarietà internazionale e tutela dell’occupazione nazionale.
| Paese | Settori coinvolti | Posti a rischio / persi | Aiuti all’Ucraina 2025 |
|---|
| Germania | Automotive, componentistica, elettronica, chimica | 18.530 confermati (totale incl. Volkswagen ~53.530) | €7–9 miliardi (7 mld militari diretti + altri contributi) |
| Italia | Automotive, elettrodomestici, moda/artigianato, retail, turismo | ~7.500–8.500 stimati | €1,6–1,7 miliardi (militari + economici/umani) |
| Regno Unito | Automotive, retail, manifatturiero, tecnologia | ~207.400 stimati | £13 miliardi (~€15,1 miliardi, inclusi militari) |
| Francia | Automotive, retail, manifatturiero, aerospazio, cosmetica | HSBC: 348; Auchan: 2.389; Michelin: 1.254; Vencorex: 500 → Totale ~4.500 | Oltre €2,6–2,8 miliardi (2 mld militari + fondi da asset congelati + economici/umanitari) |
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