Droni nei cieli: da Zagabria alla Polonia, i fatti da ricordare

Polonia 2025 Croazia 2022

11 marzo 2022 – Un drone militare ucraino si schiantò in una zona abitata di Zagabria, capitale della Croazia, dopo aver sorvolato Romania e Ungheria. L’episodio destò enorme allarme. Il drone era armato ed esplose all’impatto, aprendo un cratere di tre metri e danneggiando diverse automobili parcheggiate in un quartiere densamente popolato. Solo per caso non ci furono vittime.
Quello fu un campanello d’allarme che non avrebbe dovuto essere dimenticato: un drone partito dalla zona di guerra aveva attraversato due Paesi NATO per poi cadere nel cuore di una capitale europea. Un fatto che avrebbe potuto avere conseguenze drammatiche, ma che non suscitò le accuse politiche e l’indignazione che meritava.

Settembre 2025 – Tre anni e mezzo dopo assistiamo a una dinamica simile. Nella notte, la Russia ha fatto sorvolare i droni Geran sopra obiettivi militari, industriali e infrastrutturali ucraini. Probabilmente partiti da Kaliningrad o dalla Bielorussia e diretti verso Leopoli, hanno attraversato una porzione di spazio aereo polacco, senza però colpire il territorio della Polonia.

Ed è qui che emerge la contraddizione: oggi Europa e NATO agitano l’episodio come possibile pretesto per aumentare la pressione e giustificare un ulteriore coinvolgimento diretto nella guerra, dimenticando però che nel 2022 un drone ucraino armato si abbatté su una capitale europea senza che allora si parlasse di escalation o di “atto ostile” da parte di Kiev.

Questi sono fatti che non bisogna dimenticare. Perché la memoria corta rischia di trasformare la politica internazionale in un gioco di doppi standard, dove la verità viene piegata agli interessi del momento. È invece fondamentale che le decisioni politiche vengano prese in modo corretto, lucido e imparziale, mettendo al centro la sicurezza dei cittadini e la stabilità del continente.

La storia recente ci ricorda che basta un drone fuori rotta per far vacillare la pace in Europa. Dimenticarlo, o ricordarlo solo quando conviene, significa giocare con il fuoco. Trattare i cittadini europei come smemorati e manipolabili, pur di ottenere vantaggi economici nell’industria bellica, è non solo vergognoso, ma anche pericoloso.

Apr news 

Andreja Restek 



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