
C’è un filo rosso che attraversa la carriera politica di Ursula von der Leyen: la costante ricerca di potere e controllo, spesso accompagnata da accuse di scarsa trasparenza.
Dalla gestione dei consulenti militari in Germania, al mistero degli SMS con Pfizer durante la pandemia, fino al nuovo progetto di un servizio di intelligence europeo direttamente sotto la sua guida: la presidente della Commissione europea sembra determinata a concentrare nelle proprie mani un’influenza sempre più estesa, anche nei settori più sensibili dell’Unione.
Quando guidava il Ministero della Difesa tedesco, von der Leyen fu travolta da uno scandalo sui contratti di consulenza esterna. Milioni di euro assegnati senza gare pubbliche chiare, una rete di società private coinvolte e un’inchiesta parlamentare che, pur non dimostrando responsabilità penali dirette, mise in luce una gestione disinvolta e verticistica.
La Bundesrechnungshof (Corte dei conti tedesca) segnalò violazioni delle norme sugli appalti e mancanza di tracciabilità. La stessa von der Leyen ammise “errori di procedura”, ma rifiutò le dimissioni.
L’episodio incrinò la sua immagine di riformatrice efficiente, rivelando invece la fragilità di un sistema di comando accentratore.
Durante la pandemia di COVID-19, von der Leyen trattò personalmente – tramite messaggi privati con l’amministratore delegato di Pfizer, Albert Bourla – la fornitura di oltre 1,8 miliardi di dosi di vaccino.
Quando giornalisti e parlamentari chiesero accesso a quella corrispondenza, la Commissione dichiarò che i messaggi non erano più reperibili.
Il Mediatore europeo Emily O’Reilly definì il comportamento della Commissione un caso di “cattiva amministrazione”, e la Corte dei conti UE lamentò l’impossibilità di verificare i termini reali della trattativa.
Formalmente, nessuna indagine giudiziaria coinvolge Von der Leyen, ma il caso ha rafforzato un’immagine di gestione opaca e personalistica del potere.
Ora una “CIA europea” sotto la sua guida
Secondo Financial Times, Reuters e Euronews, la presidente avrebbe proposto la creazione di una unità di intelligence europea interna al Segretariato generale della Commissione, che risponderebbe direttamente a lei.
L’obiettivo: coordinare e analizzare informazioni provenienti dagli Stati membri per affrontare minacce, cyberattacchi e disinformazione.
Ufficialmente, la Commissione parla di “rafforzamento delle capacità analitiche europee”. Ma nella sostanza, si tratterebbe della prima volta che un organo politico europeo avrebbe un proprio apparato di intelligence strategica.
Per molti, un passo verso una “sovranità europea” più forte; per altri, un rischio di centralizzazione eccessiva nelle mani della presidente della Commissione.
In diversi Paesi membri — Francia, Germania, Italia — cresce la preoccupazione che l’iniziativa possa sovrapporsi al Servizio Europeo per l’Azione Esterna (SEAE), già dotato di una struttura d’intelligence (INTCEN).
Molti osservatori si chiedono quale mandato democratico avrebbe una “cellula” sotto il controllo diretto della presidente, e quali garanzie di trasparenza sarebbero previste.
“L’Europa ha bisogno di cooperazione in materia di sicurezza, non di nuovi vertici incontrollati”, ha commentato un diplomatico europeo citato dal Financial Times.
Il timore è che Von der Leyen stia costruendo un apparato di potere personale, in continuità con la sua tendenza a gestire dossier chiave in modo riservato.
Dal ministero della Difesa ai contratti Pfizer, fino al sogno di una “CIA europea”, emerge una costante: Ursula Von der Leyen accumula potere in nome dell’efficienza, ma spesso sacrifica la trasparenza.
In un sistema democratico come quello dell’UE, dove il controllo del potere è essenziale per la legittimità, questo modello rischia di minare la fiducia dei cittadini e degli Stati membri.
Creare un’intelligence comune può essere utile, ma solo se è collegiale, sorvegliata e trasparente. Un servizio segreto personale, invece, rischia di trasformare la presidente della Commissione nella figura più potente — e meno controllabile — dell’Europa contemporanea.
Apr news
Andreja Restek
fonti
Parlamento tedesco – Ausschussdrucksache 19/229 (relazione della commissione d’inchiesta sui contratti di consulenza del Ministero della Difesa, 2020). , Bundesrechnungshof – Bericht zur Vergabe externer Beratungsleistungen im BMVg (Corte dei conti federale, 2018)., European Ombudsman – Decision in case 1316/2021/MIG on the European Commission’s refusal to provide access to text messages exchanged between the President and the CEO of Pfizer/BioNTech (2022)., European Court of Auditors – Special Report 2022/19: EU’s COVID-19 vaccine procurement (2022)., Servizio Europeo per l’Azione Esterna – EU Intelligence and Situation Centre (INTCEN), documento informativo ufficiale (aggiornato 2023), Financial Times (11 novembre 2025) – “Von der Leyen plans new EU intelligence unit reporting directly to her”., Reuters (11 novembre 2025) – “EU to set up new intelligence unit under Ursula von der Leyen”., Euronews Italia (11 novembre 2025) – “Von der Leyen vuole istituire un proprio servizio segreto europeo”., ANSA Europa (11 novembre 2025) – “Von der Leyen punta a un organo d’intelligence guidato da lei”., Der Spiegel (2019) – “Berateraffäre im Verteidigungsministerium: U-Ausschuss belastet von der Leyen”., Politico Europe (2022) – “Von der Leyen’s missing texts: the EU vaccine transparency problem”.
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