L’Arabia Saudita importerà il petrolio

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È il più grande esportatore di petrolio del mondo con 11,2 milioni di barili prodotti al giorno. Suo è il 13% dell’offerta mondiale di greggio. Eppure entro il 2030 questo paese diventerà probabilmente importatore di petrolio. Il regno utilizza il 25% della sua produzione di combustibile per la fornitura di energia. Nonostante una popolazione di soli 27 milioni di abitanti l’importo complessivo di combustibile utilizzato è superiore a quello di molti paesi industrializzati, tra cui gli Stati Uniti; ed è in rapida crescita: circa l’8% annuo.
Già dallo scorso anno il paese non esporta più gas e lo utilizza per il fabbisogno interno. Strano ma vero la colpa è dei condizionatori. Il 70% dell’energia prodotta è divorato per rinfrescare case, uffici e locali commerciali. Il petrolio venduto nel mercato interno riceve molti sussidi, le società elettriche lo pagano tra i 5 e 15 dollari al barile (116 dollari nel mercato internazionale), con questi prezzi di sicuro non è incentivata l’efficienza e gli sprechi sono notevoli, senza contare la totale assenza delle rinnovabili o di risorse alternative che non vengono neanche prese in considerazione.
Per frenare questo andamento il principe Turki Al Faisal ha messo in programma l’investimento di 100 miliardi di dollari per la costruzione di 16 reattori nucleari.

APR news
I.B.T. R.C.
F midleest



Categorie:Esteri

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1 reply

  1. Presumibilmente non importeranno niente per molto tempo; il cuore del problema è che abbiamo bisogno delle loro esportazioni. Vorrei capire quale sia la logica di voler permettere l’accesso al nucleare agli arabi e vietarlo agli iraniani: in realtà hanno problemi identici e pensano a soluzioni piuttosto simili.

    Una malignità: di solito i giornali parlano di cose imminenti, e non di futuro remoto. Forse le redazioni inglesi temono cambiamenti prima del 2030?

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