Nel periodo dal 1 gennaio al 1 ottobre 2013 sono state rapite circa 74 persone.
Molto probabilmente questo elenco non è completo perché si sospetta che all’appello manchino altre persone non conteggiate al momento dell’analisi dei dati, ma tutto ciò offre un quadro abbastanza chiaro sulla situazione.
La maggior parte dei rapimenti, circa il 44%, è avvenuta nel territorio siriano, e ha coinvolto soprattutto giornalisti e lavoratori delle ONG.
L’ 89% delle persone rapite sono di sesso maschile e l’11% di sesso femminile.
Il 40% delle persone sono state rapite andando al lavoro, il 17% nelle loro case, il 14% nei posti di lavoro, l’8% mentre guidavano al di fuori dai soliti itinerari, il 7% tornando dal lavoro, il 3% dai loro alberghi, il 2% durante operazioni militari, l’1% da luoghi turistici, mentre nell’8% dei casi non è stato possibile accertare il luogo del rapimento.
I Paesi dove la percentuale dei rapimenti è più alta è la Syria con 34 persone cioè il 44% , segue la Nigeria con il 13%, il Camerun 9%, Colombia 8%, Yemen 4%, Messico 4%, Pakistan 3%, Libano 3%, Egitto 1%, Mali 1%, Somalia 1%, Indonesia 1% e Kenia 1%.
Il rapimento dei dipendenti di Aziende straniere è sempre più frequente e viene utilizzato per ottenere un pagamento del riscatto, soprattutto in Africa occidentale.
Nel 78% dei casi gli ostaggi sono stati rilasciati, nel 15% dei casi sono stati uccisi, il 7% sono stati liberati.
Nel 2014, anche se iniziato da poco, il numero dei rapimenti sembra essere in aumento.
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