Almeno più di 30 persone sono state arrestate per “disturbo dell’ordine pubblico”, interrogate, minacciate e perquisite alla vigilia del 25mo anniversario del massacro di Tienanmen.
Ogni anno prima della data del 4 giugno le autorità compiono retate e arresti in diverse regioni della Cina.
La notte fra il 3 e il 4 giugno 1989 l’esercito cinese, con carri armati e fucili, sgomberò piazza Tienanmen occupata da oltre un mese da operai e studenti che chiedevano più democrazia e meno corruzione. Diverse centinaia – forse migliaia – di giovani furono uccisi.
Il sito del Chrd (China Human Rights Defenders) ha pubblicato la lista delle 50 persone (attivisti, avvocati, blogger), arrestati e indagati dalla polizia. Dallo scorso aprile, le autorità hanno attuato arresti, rapimenti, interrogatori nelle municipalità di Pechino, Shanghai, Chongqing e nelle province del Guangdong, Guizhou, Henan, Shaanxi, Shandong e Zhejiang. Finora si contano 27 arresti; cinque detenzioni amministrative e sette scomparsi.
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