Oggi in Tunisia circa 5,3 milioni di elettori sono chiamati a scegliere 217 deputati del prossimo Parlamento. La Tunisia vota democraticamente per la seconda volta dal 2011. Circa 80 mila uomini delle forze dell’ordine ed esercito e più di 600 osservatori internazionali pattugliano i seggi in tutto il Paese.
Partiti
Ennhadha (La Rinascita), il partito islamico che ha vinto le elezioni del 2011, diventando con il 37% la prima forza del Paese. Il suo modello è l’islamismo moderato dell’Apk turco: ha rinunciato all’inserimento della sharia in Costituzione, affermando il suo sostegno alla democrazia e al pluralismo. Ben strutturato e radicato sul territorio, è guidato da Rached Ghannouchi. Pare abbia perso terreno a causa della scarsa performance al governo e alle accuse di aver tenuto un atteggiamento morbido nei confronti dei salafiti e di aver monopolizzato le istituzioni. Non ha un candidato alle presidenziali.
Nidaa Tounes. Nasce nel giugno 2012 per volontà del veterano della politica Béji Caid Essebsi, che vuole rimediare all’eccessiva frammentazione delle forze liberali del paese e creare una forza di centro laica. Nazionalista, si rifà alla tradizione riformista tunisina del XX secolo e al padre della patria Habib Bourghiba. Esclude ogni collaborazione con gli islamici. E’ il candidato favorito alle presidenziali. Una delle critiche più frequenti a Nidaa è di essere espressione di personaggi del vecchio “regime”.
Ettakatol è un partito liberale di centrosinistra che punta su trasparenza e lotta alla corruzione. E’ stato alleato a Ennahda insieme al Partito del Congresso per la Repubblica (formavano la cosiddetta “troika”) e per questo sarebbe in calo di consensi. Il suo leader Mustafa Ben Jaafar è presidente dell’Assemblea Nazionale Costituente ed è candidato alle presidenziali.
Partito del Congresso per la Repubblica (CRP), laico e di centrosinistra, guidato da Moncef Marzouki, medico ed attivista per i diritti umani, poi eletto presidente della Repubblica, ora da Abderraouf Ayadi. Ha preso parte alla Troika di governo e per questo sarebbe in calo di popolarità. Marzouki è in corsa per le presidenziali.
Al Joumhouri o Partito Repubblicano, centrista e socioliberale. Nato nel 2012 dalla fusione di vari partiti di centro, Maya Jiribi ne è segretario. Personaggio di spicco Ahmed Néjib Chebbi, candidato anche alle presidenziali.
Unione Patriottica Libera. Lanciato dal ricco uomo d’affari Slim Riahi, si autodefinisce partito di centro, sostenitore del libero mercato e di valori modernisti. Soprannominato da molti il “Berlusconi tunisino”, Rihai possiede la nota squadra di calcio di Tunisi Club Africain ed è candidato alle presidenziali.
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