La brigata Al-Khansa è un gruppo di donne armate dello Stato Islamico che pattuglia le strade della città di Raqqa. Esse sono molto temute per la loro crudeltà.
Il loro lavoro è quello di arrestare e picchiare le donne che non rispettano le leggi della Sharia e che
commettono delle trasgressioni come, ad esempio, mostrare la pelle nuda delle caviglie o dei polsi o farsi vedere in pubblico senza un accompagnatore maschile.
E’ una sorta di polizia della moralità che insegna alle altre donne il “giusto” comportamento secondo la legge della Sharia.
Queste donne sono stipendiate, ricevono cibo e addestramento militare per poter utilizzare le armi.
Abu Ahmad, un funzionario dello Stato islamico con sede a Raqqa, in un loro sito web ha detto che “la brigata è stata istituita per aumentare la consapevolezza della nostra religione tra le donne e punire quelle che non rispettano la legge”, insistendo sul fatto che “la Jihad non è solo un obbligo per l’uomo ma è anche un obbligo per la donna”.
Secondo Tim Furnish, analista indipendente del mondo islamico che è stato consulente del Pentagono, vi è ancora una certa confusione sul fatto che le donne sono ammesse nella lotta della jihad. E’ permesso alle donne di pattugliare altre donne, perché a loro è proibito di combattere in prima linea.
Secondo Furnish “la creazione della brigata è più probabile che sia per impegnare loro il tempo e dar loro qualcosa da fare oltre ad avere figli”.
Il giornalista, autore e regista Robert Young Pelton, ha detto che le donne della brigata Al-Khansa forniscono anche il supporto nella raccolta di fondi, contrabbando di armi e raccolta di informazioni. Ma non sono considerate parte integrante del movimento.
“Le donne hanno maggiori probabilità di essere nei campi profughi che in prima linea e non fanno parte di qualsiasi insurrezione islamica” Pelton ha aggiunto. “Sono per lo più vittime dei fondamentalisti sia fisicamente che culturalmente.”
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Mi fa paura. E non poca.