I teologi dell’Isis hanno emesso una ‘fatwa’ estremamente dettagliata su come si devono comportare i proprietari di donne schiavizzate.
Non è la prima volta che i terroristi cercano di discolpare se stessi utilizzando le leggi antiche per comportamenti che si possono definire disumani. In ottobre 2014 nel loro giornale di propaganda Dabiq hanno pubblicato un lungo articolo che spiegava ai terroristi come possono e devono comportarsi con le donne catturate.
La fatwa, che nel mondo islamico ha valore di legge, fa capire come il movimento estremista stia cercando di reinterpretare gli insegnamenti del Corano per giustificare la schiavitù sessuale femminile.
La fatwa e’ stata ritrovata tra una serie di documenti dalle Forze speciali americane nel corso di un raid nella casa di un terrorista in Siria, nel maggio scorso.
Nei documenti sequestrati si legge per esempio che un padre e un figlio non possano avere rapporti sessuali con la stessa schiava e che il proprietario di una madre e di una figlia debba scegliere tra le due.
La fatwa è datata 29 gennaio 2015 e pubblicata dalla “Commissione per la Ricerca e le Fatwe dell’Isis” comincia con un interrogativo: “Alcuni fratelli hanno commesso violazioni nel trattare le schiave. Queste violazioni non sono consentite dalla ‘sharia’ perché queste regole non sono state trattate negli anni. Ci sono eventuali avvertimenti su questo tema?”.
E da qui partono 15 ingiunzioni.
Per esempio: “Se il proprietario di una prigioniera di sesso femminile, che ha una figlia adatta a un rapporto, ha relazioni sessuali con quest’ultima, non gli e’ permesso di fare altrettanto con la madre e costei gli e’ per sempre vietata. Se dovesse avere rapporti sessuali con la madre allora non potrebbe averne con la figlia, che gli sarebbe per sempre vietata”.
La fatwa consiglia i proprietari di schiave di non venderle se sanno che verranno trattate male.
Questi documenti confermano le testimonianze che i terroristi dell’IS riducono in schiavitù sessuale le donne.
Apr news
fag, reuters
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