Panama Papers: scandalo del secolo dei paradisi fiscali

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Oltre 3 terabyte di dati sensibili su 200mila società offshore e 72 tra capi o ex capi di Stato sono citati nei ‘Panama Papers’. In realtà si tratta di undici milioni e mezzo di file segreti che rappresentano la più grande fuga di notizie nella storia della finanza. Li hanno chiamati The Panama Papers e documentano quasi 40 anni di società offshore, quelle società a volte create in paradisi fiscali per evadere il fisco.

Tutto è partito dallo studio legale Mossack Fonseca, con base a Panama city, centro di uno dei più efficienti e impenetrabili paradisi fiscali al mondo, tra cui la Svizzera, Cipro e le Isole Vergini Britanniche, e nella corona britannica le dipendenze Guernsey, Jersey e l’Isola di Man per citarne alcuni. Lo studio legale Mossack Fonseca – al centro delle rivelazioni dei Panama Papers – è stato fondato nel 1977 da due avvocati, Juergen Mossack e Ramon Fonseca Mora. Il primo è un panamense di origine tedesca, figlio di un ex ufficiale delle Waffen-SS, stando a documenti dei servizi di intelligence dell’esercito americano ottenuti da Le Monde e da ICIJ. Mora è panamense, da sempre vicino agli ambienti politici, anche sotto la dittatura.

Il Consorzio Internazionale di Giornalismo Investigativo (ICIJ ) ha avuto accesso a questo enorme archivio di carte segrete.

Oltre 200 mila società, fondazioni, trust con sede in 21 paradisi fiscali sparsi per il mondo, dai Caraibi ai mini Stati del Pacifico, da Cipro fino al deserto del Nevada, negli Stati Uniti. E poi decine di migliaia di clienti, cittadini di 200 Paesi diversi, circa 800 nomi, tra cui politici, uomini di spettacolo, imprenditori, sportivi”.

Nei documenti anche società – ci sarebbero 33 sigle o individui inseriti nella lista nera degli Usa per connessioni con i signori della droga messicani o con organizzazioni definite terroristiche – personalità politiche, esponenti dello spettacolo e dello show business, accanto a criminali e trafficanti, leader politici o persone a loro vicine.

I file riguardano operazioni che vanno dal 1977 fino alla fine del 2015 e mettono in luce che alcuni dei più importanti istituti di credito internazionali sono coinvolti nella creazione di società difficili da rintracciare, nelle Isole Vergini britanniche, Panama e in altri paradisi fiscali.

Apr news

F ag, ICIJ, 



Categorie:Cronaca, Esteri, Personaggi, Politica

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