Mentre la battaglia per conquistare Mosul prosegue, i partecipanti regionali e internazionali continuano a discutere di un piano ‘dopo Mosul’.
Una sconfitta tattica dell’autoproclamato Stato Islamico a Mosul è la priorità a breve termine, ma il raggiungimento di una vittoria strategica a lungo termine per l’Iraq sarà un compito molto più difficile.
Gli Usa hanno stimato che circa 800-900 combattenti dello Stato Islamico sono stati uccisi, in meno di due settimane, dall’inizio della battaglia di Mosul.
E’ stato riportato anche che 5.000- 6.000 combattenti dello Stato Islamico sono dentro la città, pronti a difenderla contro almeno 50.000 soldati delle forze irachene e alleati.
Se le notizie sulle vittime sono esatte, allora lo Stato Islamico ha perso quasi il 20% della sua forza di combattimento ancora prima che l’assalto alla città sia cominciato.
Se l’ISIS ‘perde’ Mosul, ma non perde le sue capacità militari il ciclo di flusso del gruppo terroristico continuerà. E per questo motivo in questa operazione militare l’ordine è di uccidere il maggior numero di combattenti del gruppo, riducendo al minimo le perdite civili, compito che sarà senza dubbio più facile a dirsi che a farsi.
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