Il governo elvetico chiude i rubinetti dell’immigrazione proveniente dall’Unione Europea. Avvalendosi della clausola di salvaguardia sulla libera circolazione prevista dagli accordi bilaterali Svizzera-UE, Berna ha infatti deciso di limitare, con l’introduzione di quote, l’accesso al proprio mercato del lavoro dei cittadini comunitari. Nello specifico, a partire dal 1 giugno verranno concessi, nei prossimi 12 mesi, non più di 53.700 permessi di dimora B, ossia di lunga durata, riservati ai cittadini dell’UE-17 (di cui fa parte anche l’Italia) e un massimo di 2.180 per coloro che arrivano dall’UE-8 (l’Europa dell’Est). Una decisione maturata in seguito al consistente aumento del numero di immigrati nei cantoni svizzeri, che negli ultimi anni ha superato di circa 60.000-80.000 unità quello degli autoctoni che decidono di emigrare. Situazione al momento insostenibile – stando al Consiglio Federale – sia per l’economia che per la società elvetica.
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F west

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