Il “cuore forte” ora batte ad Aleppo

05/08/2013 Syria ph © Andreja Restek

Una raffica di mitraglia conclude la preghiera dell’ultimo venerdì di Ramadan e i primi a rientrare in casa, anche questa sera, sono i bambini, perché appena cala il buio e comincia la salmodia del muezzin i loro giochi di strada non possono più distrarli dall’eco dell’artiglieria pesante a cui sembrano aver fatto l’abitudine durante il giorno. La battaglia di questa notte non sarà così lontana dal loro sonno, bastano i colpi di un mortaio per capire che si combatte a qualche isolato dai quartieri ancora abitati delle periferie, che sembrano sforzarsi di resistere e tornare a vivere, mentre in un’altra parte della città liberata sono scesi in piazza i giovani che non imbracciano il fucile. Sventolano le bandiere del Free Syrian Army, cantano per evocare la libertà e la reclamano senza risparmiare il fiato davanti a videocamere e palmari che li hanno raggiunti appena in tempo per filmare la manifestazione. Meno di un’ora dopo quelle immagini saranno argomento di discussione attorno ad un tavolino del media center, dove si commenta un’altra importante notizia della giornata. Ad Aleppo è arrivata una nuova ambulanza piena di farmaci e non è poca cosa di questi tempi, tanto che finito il digiuno ci si concede una vera cena, si guardano le fotografie scattate a quel Ducato Fiat monco di un lampeggiante posteriore ma che a Yosef, che l’ha presa in consegna, “sembra appena uscito di fabbrica”. Per stupirsi e sorridere di gioia gli è bastato accenderne il motore, percorrere in meno di due ore le strade polverose che dalla frontiera di Azaz arrivano alle porte della città, una volta caricato il serbatoio del gasolio in uno dei tanti distributori improvvisati con una tanica e un imbuto in un piccolo villaggio di campagna. “E’ incredibile pensare che sia l’unico mezzo circolante da queste parti con i freni e le sospensioni perfettamente funzionanti. Oltretutto è un diesel ed è una fortuna perché produrlo costa molto meno della benzina”, sottolinea Yosef prima di entrare ad Aleppo. Già nel tardo pomeriggio l’ambulanza sarà pronta a correre tra i centri di degenza e di primo soccorso che dalla scorsa primavera hanno preso il posto dell’ospedale Dar Al Shifaa, “cliniche dislocate in zone diverse affinché non vengano individuate e bombardate” come spiegano i medici che sono riusciti ad attrezzare anche un punto nascite e un piccolo nosocomio infantile “dove madri, gestanti e neonati possano ricevere assistenza gratuita, ogni volta che ne abbiano necessità”. A loro è destinata la metà dei medicinali raccolti nelle farmacie di Torino e da Federfarma per il progetto dell’Ambulanza dal cuore forte, messo in piedi dalla fotoreporter di guerra Andreja Restek e realizzato insieme ad una quarantina di colleghe giornaliste con la collaborazione del Pronto intervento umanitario delle Nazioni Unite per la logistica, l’ambasciata italiana in Turchia e il settore Cooperazione allo sviluppo della Farnesina, che ha curato la consegna fino alla dogana di Kilis. L’altra parte del carico resterà a disposizione degli ambulatori che ne avranno necessità e ne faranno richiesta, come i ferri chirurgici, i misuratori di pressione, gli stetoscopi e tutti gli altri strumenti che qui, ora, possono davvero fare la differenza. Più di un caricatore o di una cassa di munizioni, per chi è soltanto vittima di questa guerra.

Enrico Romanetto

APR news ©



Categorie:Esteri, Inchieste Varie, Personaggi, Politica

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