Un bimbo pakistano di appena nove mesi, a malapena in grado di muoversi gattoni, e’ comparso oggi davanti a una corte di Lahore, capitale della provincia orientale del Punjab, per rispondere di tentato omicidio in concorso con il padre, il nonno e altri parenti.
Il piccolo, Mohammad Mussa, era stato rinviato a giudizio malgrado l’eta’ minima per l’incriminazione sia di 12 anni a norma di legge, con l’unica eccezione dei reati di terrorismo.
La colpa di Mohammad consiste semplicemente nell’essere stato presente quando qualche giorno prima i familiari, alla vista di un gruppetto di funzionari e operai municipali venuti a staccare loro il gas, hanno reagito prendendo gli intrusi a sassate.
Sul posto e’ poi intervenuta la polizia e tutti gli aggressori veri o presunti sono stati denunciati con l’accusa di aver cercato di uccidere i pubblici impiegati. Così il bambino e’ finito in aula, tenuto in braccio dal nonno co-imputato.
Non appena il magistrato si e’ reso conto che l’imputato non aveva neppure cominciato a imparare a parlare, ne ha disposto il rilascio: dietro il pagamento di una cauzione, e con l’obbligo di ripresentarsi alla prossima udienza, il 12 aprile.
In compenso l’ispettore che aveva firmato la denuncia e’ stato sospeso dal servizio.
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F agi,phweb
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