L’agenzia dell’Onu per i rifugiati ‘Unhcr’ ha lanciato un allarme secondo cui 10 mila persone avrebbero lasciato la Crimea dopo il referendum. “La gran parte degli sfollati è di etnia tartara, anche se le autorità locali hanno riferito di un recente aumento di persone di etnia ucraina, russa e di famiglie miste”, ha sottolineato il portavoce dell’Unhcr, Adrian Edwards. La tensione resta alta in Crimea tra i tartari musulmani, considerati pro-Kiev, e i filo russi.
Nello stesso momento arriva un video di Abdul Karim Krymsky che lancia un messaggio ai tartari di Crimea con l’invito alla jihad contro il governo Russo, in cui loda il Caucaso dicendo che spera che i tartari della Crimea seguiranno il cammino della jihad per stabilire la legge di Allah nella penisola. “Voglio dire a quei fratelli, e mi rivolgo a quei fratelli che rimangono [in Crimea], che dovrebbero avere la dignità, in modo che possano iniziare il cammino della jihad”, ha detto. “Quindi, se non possono venire alle terre dell’Islam, come Sham [la Siria], possono andare a Mosca o in Polonia, perché gli infedeli non si fermeranno fino a quando avranno distrutto la nostra religione.” L’esercito di Muhajireen (gruppo jihadista del Caucaso, alleato di Al Qaeda) – che ha stretti legami con Al Nusra e con lo Stato Islamico dell’Iraq e del Levante (ISIL) in Siria – è composto da centinaia di combattenti provenienti dal Caucaso e dalla Russia, mentre il suo vice comandante è Krymsky, anch’egli un tartaro di Crimea.
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