Otto persone sono state condannate, in totale, a 127 anni di prigionia per aver criticato il sistema iraniano sulle pagine di Facebook.
L’agenzia Irna riporta che le imputazioni, secondo la corte, sono state di propaganda, di tentativo di destabilizzazione, minaccia per la sicurezza nazionale e insulto ai leader del Paese.
Le otto persone imprigionate sono amministratori delle proprie pagine FB ma la loro identità non è stata resa pubblica.
Le pene comminate sono comprese tra 11 e 21 anni di prigione per ciascuno di loro.
Siti come Twitter e FB sono accusati di strumentalizzare i disordini, come quello che successe nel 2009.
Nel maggio di quest’anno, infatti, il tribunale iraniano ha ordinato al fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, di apparire davanti alla corte per rispondere su alcune domande legate alla violazione della privacy.
Il presidente iraniano Rouhani, dopo aver vinto le ultime elezioni, ha promesso maggiore libertà sui social network e per i media, ma le forze conservatrici sono riuscite a bloccare la sua riforma.
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