Cinque mesi fa Arben Zena, un cittadino del Kosovo, ha preso suo figlio di otto anni e lo ha portato in Siria, senza il permesso della madre, per unirsi a gruppi terroristici che si battono sul territorio di Siria e Iraq.
Dopo un’operazione dell’intelligence kosovara (AKI), il bambino è stato riportato a casa dalla madre, lo hanno detto i funzionari dei servizi segreti kosovari (Intelligence Agency Kosovo).
Circa 150 kosovari sono attualmente in Siria, 16 sono morti nel conflitto, alcuni di essi come attentatori suicidi, lo comunica la polizia.
Nella ex provincia serba che ha proclamato unilateralmente l’indipendenza nel 2008, circa 55 islamisti sono stati arrestati negli ultimi mesi con l’accusa di reclutamento di persone per unirsi alla jihad.
Tra questi anche una dozzina di imam guidati da un leader religioso superiore, Shefqet Krasniqi della Grande Moschea di Pristina.
Secondo i media locali, citando un recente rapporto della CIA, centinaia di uomini provenienti dai Balcani si sono uniti al gruppo ISIS.
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