Alexander Litvinenko era un ex agente del KGB che fuggì in Gran Bretagna nel 2000. Fu avvelenato con il polonio 210 in un hotel a Londra nel novembre 2006.
Ha trascorso i suoi ultimi anni ad indagare le profondità del mondo criminale, portando alla luce segreti che credeva potessero destabilizzare la Russia. Ma alcuni pensano che abbia scavato troppo in profondità.
Un nastro registrato dallo stesso Litvinenko un anno prima di essere avvelenato ha messo a nudo il mondo pericoloso in cui operava.
La famiglia ha sempre sostenuto che è stato assassinato per ordine dello Stato Russo e che probabilmente ha scavato troppo a fondo sulla mafia del Cremlino.
Litvinenko, nella registrazione, afferma che Vladimir Putin ha avuto un “buon rapporto” con uno dei mafiosi più pericolosi del mondo – il boss ucraino Semion Mogilevich, che appare nella top 10 delle persone più ricercate del FBI.
I documenti visti dal Telegraph rivelano la trascrizione di una conversazione tra due alti funzionari ucraini in cui si discute il fatto che Mogilevich aveva comprato una casa a Mosca e aveva ricevuto un passaporto “con un altro nome”.
Anche Litvinenko sosteneva che il mafioso ucraino viveva in Russia.
Esistono dei collegamenti tra i servizi segreti della Russia – il FSB e SVR – con al-Qaeda, la vendita di armi e la formazione di ribelli ceceni.
Litvinenko rivela anche che la Russia lo aveva minacciato per aver lavorato con la commissione Mitrokhin, dicendo che i servizi segreti russi avevano “molta paura” del lavoro della commissione.
La Commissione Mitrokhin è stata istituita nel 2002 e presieduta dal senatore Paolo Guzzanti.
Il contatto di Litvinenko presso la Commissione era Mario Scaramella, un esperto di sicurezza e avvocato, che aveva lavorato come consulente per il programma di prevenzione del crimine ambientale.
Litvinenko afferma, nella registrazione, che la Russia lo aveva ricattato e chiesto di cessare il suo lavoro con Mario Scaramella, cercando di estradare suo fratello Maxim dall’Italia, dove viveva.
“Dopo il mio primo contatto con Mario Scaramella, i servizi segreti russi e l’ambasciata russa hanno chiesto alla polizia italiana di arrestare mio fratello e di estradarlo in Russia”, dice Litvinenko.
“E’ un ricatto rivolto a me se non smetto di lavorare con Mario Scaramella e Paolo Guzzanti – e mio fratello sarà perseguibile in Russia.”
Lo stesso Litvinenko, che si identifica nel nastro come un “ex agente KGB e FSB”, spiega che ha fornito a Scaramella informazioni su un certo numero di persone – tra cui Mogilevich.
“Mogilevich era in buoni rapporti con Putin dal 1994 o dal 1993”, egli sostiene.
“Semion Mogilevich è in contatto con Al Qaeda, vende a loro le armi. Ho dato molte informazioni su di lui a Mario Scaramella”.
Litvinenko e Scaramella hanno iniziato a lavorare insieme nel 2003, incontrandosi regolarmente nel corso degli anni, in Italia e a Londra.
Durante il loro ultimo incontro nel 2006, Scaramella avvertì Litvinenko che questi era in pericolo; quel giorno, a seguito di una riunione – nel Mayfair Millennium Hotel di Londra – con il signor Lugovoy e il signor Kovtun, Litvinenko si ammalò e successivamente morì il 23 novembre successivo.
Il nastro in questione fu registrato esattamente un anno prima della morte di Litvinenko.
Andrey Lugovoy e Dmitry Kovtun, entrambi ex guardie del corpo del KGB, oggi deputati, sono stati identificati come sospetti del suo omicidio. Tuttavia entrambi negano qualsiasi coinvolgimento e rimangono in Russia, nonostante i tentativi da parte del Regno Unito di estradarli per affrontare un processo.
Scaramella, che è sotto la protezione dello Stato italiano, apparirà oggi come testimone nell’inchiesta pubblica che si terrà a Londra.
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