Il conflitto siriano è la più grande e complessa emergenza umanitaria del nostro tempo, 17 milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria, cibo, riparo, acqua, cure mediche, protezione.
Il problema più grande è che, oltre l’Isis e Al-Qaeda, in Siria attualmente ci sono decine di gruppi anti-Assad che combattono per il potere anche tra di loro. Questo fa sì che non ci siano sempre le certezze che gli aiuti arrivino alla popolazione.
Si è tenuta a Londra la Conferenza dei donatori per la crisi umanitaria in Siria.
“Sono stati raccolti più di 10 miliardi di dollari (9 miliardi di euro)”, ha dichiarato il premier britannico David Cameron al termine della conferenza dei donatori per la crisi umanitaria in Siria che si è tenuta oggi.
Al centro dell’appuntamento sono stati l’emergenza profughi e le prospettive di ricostruzione del paese devastato da una guerra civile che non accenna a fermarsi e che ha già fatto 250.000 morti e milioni fra sfollati e profughi, queste le principali questioni discusse nella quarta Conferenza dei donatori che ha visto riunite le delegazioni di 70 Paesi.
L’impegno annunciato era di moltiplicare gli stanziamenti previsti dalla precedente conferenza in Kuwait – in parte disattesi – per arrivare a un totale di 9 miliardi di dollari (8,3 miliardi di euro). La Germania si è impegnata a donare 2,3 miliardi di euro entro la fine del 2018, mentre il premier britannico David Cameron ha già promesso ulteriori 1,2 miliardi di sterline (1,6 miliardi di euro) lanciando un appello ai partecipanti alla conferenza a donare il più possibile.
L’Italia ha promesso aiuti, in tre anni, per l’equivalente di quasi 360 milioni di euro, circa 130 dei quali già dal 2016.
La precedente Conferenza dei donatori, svoltasi in Kuwait, si era conclusa con molte promesse, ma anche con diversi impegni disattesi, da cui la necessità di organizzare un nuovo incontro.
Apr news
Fag, d.s.usa
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