È facile dimenticare…
Pochi chilometri dopo Torino si intravede il fumo che ricopre le montagne piemontesi. Avvicinandosi alla Val di Susa vengono le lacrime agli occhi e una fitta al cuore. La montagna brucia ed è uno scenario triste che fa sentireimpotenti.
Non esiste fotografia che possa descrivere l’inferno che si presenta davanti.
Si incontrano persone ferme sul ciglio della strada a guardare questo spettacolo terribile, senza badare al fatto che l’aria è irrespirabile. Quasi tutti sono abitanti di queste montagne e dintorni, e i loro volti sono come ipnotizzati. La sensazione che si ha è che il fuoco abbia inghiottito, oltre che la montagna, anche la loro rabbia: sono passati troppi, troppi giorni e la montagna continua a bruciare. Sembrano quasi come le persone che ho incontrato nei paesi colpiti dalle guerre, per le quali l’unica speranza rimasta è di sopravvivere a quei momenti orribili. So che il paragone è forte ma la mia prima sensazione è stata esattamente questa.
Sono persone che conoscono la montagna, la rispettano e sanno quanto è potente, e sanno che unita al fuoco diventa indomabile. Sono delusi: “si poteva fare prima, si poteva fare di più, perché non si è fatto di più?“, si chiedono molti. E’ vero che ci sono molti volontari, vigili del fuoco, ma tutto questo adesso non basta più…
A Susa e nei dintorni la Croce Rossa sta portando via dalle loro abitazioni gli abitanti delle borgate avvolte nelle fiamme. Nei prossimi giorni saranno ospiti delle suore. Persone giovani, anziane, famiglie intere sedute sugli scalini del convento guardano le loro case sperando che non brucino completamente, attendendo che questo mostro di fuoco si fermi.
La situazione è tragica, gli abitanti del Piemonte si sentono soli, arrabbiati e vogliono fare qualcosa perché sono abituati ad aiutare chi ha bisogno. Il mio ultimo post sull’argomento ha suscitato un’accesa polemica: io dico, ben vengano le polemiche. La situazione è tragica e nessuno può negarla. Ci sono molti volontari, vigili del fuoco, qualche elicottero, qualche Canadair, ma purtroppo la situazione resta critica.
Voglio dire anche che ben vengano gli “allenatori di calcio”, come li definiscono alcuni, a tenere alta l’attenzione su quello che sta succedendo: almeno adesso, anche grazie a loro, i giornali internazionali hanno iniziato a prestare la dovuta attenzione.
Il Consiglio Regionale raccomanda a ognuno di noi di gestire la propria emotività, e certamente bisognerebbe farlo, ma anche comunicare tempestivamente ai cittadini tutto ciò che succede in questi casi potrebbe essere utile. Forse è stato anche fatto ma non sempre è facile trovare le fonti. La maggior parte delle persone che scrivono non sono esperti di incendi, me compresa, ma esprimere la propria opinione con rispetto è sempre utile.
Grazie a tutte le persone impegnate in questa emergenza Piemontese.
Andreja Restek
Categorie:Cronaca, Inchieste Varie, Politica
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