La scorsa settimana lo Stato islamico nel Grande Sahara (ISGS) ha fatto irruzione in una caserma militare a Inates, in Niger, eseguendo uno dei più brutali attacchi della storia recente. Sono stati uccisi più di 70 soldati, molti altri sono rimasti feriti o risultano ancora dispersi.
Questo attacco, oltre che devastante per il Niger, rappresenta anche un avvertimento importante per due vicini del Niger che combattono contro ISGS: Burkina Faso e Mali.
Nell’attacco di Inates, ISGS ha usato almeno due kamikaze a bordo di veicoli sparando simultaneamente con i mortai contro la base militare. Dozzine di combattenti su motociclette hanno poi preso d’assalto la base militare e massacrato i soldati. ISGS ha immediatamente rivendicato la responsabilità dell’attacco, anche se in nome dello stato islamico nella provincia dell’Africa occidentale (ISWAP, alias “Boko Haram”), che ha aderito all’ISGS nella struttura organizzativa dello Stato islamico.
Quello che rende quest’ultimo attacco particolarmente sconcertante è che il 2 luglio ISGS aveva già attaccato questa stessa base, usando tattiche simili e uccidendo 20 soldati.
L’attacco di Inates è solo l’ultimo di una costante progressione di incidenti terroristici. A novembre, l’ISGS aveva attaccato un’altra base militare in Mali, uccidendo più di 50 soldati.
Inates e Indelimane (Mali) si trovano in posizioni strategiche, entrambe a cavallo tra i confini del Mali e del Niger. È certo che i combattenti dell’ISGS attraversano regolarmente questi confini sia prima che dopo aver effettuato attacchi e si avventurano nel Burkina Faso, dove i loro assalti sono aumentati nel 2019. L’ISGS è persino entrato nel territorio del Benin nel 2019 quando ha rapito due turisti stranieri e ucciso la loro guida turistica, sebbene in un’operazione in seguito le forze speciali sono riuscite a salvare i due turisti.
Come garante della sicurezza regionale la Francia dovrebbe reagire a questi attacchi rafforzando ulteriormente la collaborazione in materia di sicurezza con Mali e Niger. Tuttavia, questo non sta succedendo. A novembre, due elicotteri dell’aeronautica francese si sono scontrati in Mali, causando la morte di 13 soldati. Questa è stata la più grande perdita di vite militari francesi in quattro decenni.
Il gruppo fedele ad al-Qaeda noto come Jama’at Nasr al-Islam wal Muslimin (JNIM), o gruppo per i sostenitori dell’Islam e dei musulmani, è attivo anche in tutto il Sahel. Mentre JNIM è stata una minaccia più costante dell’ISGS, per la prima volta ISGS sta eclissando JNIM e sta avendo l’attenzione dei media a seguito degli ultimi attacchi come quelli di Indelimane e Inates.
Non sarebbe sorprendente se JNIM cercasse di superare l’ISGS conducendo i suoi spettacolari attacchi in Niger, Mali o Burkina Faso. Tali attacchi potrebbero verificarsi contro obiettivi internazionali o basi militari o addirittura in Benin, Togo o Ghana.
La brigata di JNIM che opera in Burkina Faso, infatti, e già operativa vicino ai confini di questi tre Paesi. Attraversare il confine con il Burkina Faso per lanciare un attacco consentirebbe al JNIM di prendersi il merito di espandersi in un nuovo Paese della regione. Considerando le tendenze attuali, è solo una questione di tempo prima che JNIM o ISGS, o forse entrambi, espandano la loro presenza in quei Paesi dell’Africa occidentale. Fino ad allora, entrambi i gruppi continueranno a colpire basi militari lungo i confini tra Niger, Mali e Burkina Faso. Di conseguenza, la presenza statale in alcune aree di confine sta diminuendo, e ciò contribuisce direttamente a spianare la strada ai jihadisti per realizzare il loro obiettivi a lungo termine, il controllo del territorio senza interferenze da parte dello stato.
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f ag, alsof
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