Aleppo – Certi drappi neri che sventolano a macchia di leopardo sui quartieri della città, magari non subito associabili ad una o all’altra brigata impegnate nella guerriglia, cominciano a preoccupare e lo si capisce dalla tensione che subentra in alcuni combattenti del Free Syrian Army quando li incontrano. Le macchie di leopardo qualche mese fa erano i cecchini che sparavano a tutto quello che si muoveva e che ci sono ancora, ma insieme a loro ci sono anche i signori che sono venuti a combattere e morire e che non amano i giornalisti né le macchine fotografiche. Sono diversi dai ragazzi del Free Sirian Army che desiderano che si racconti delle sofferenze del popolo Siriano di cui fanno parte. Potrebbe essere che uno non si fosse accorto di queste bandiere nere mesi fa perché vedeva tutti i giorni troppi morti e feriti, ma sicuramente poteva sfuggire qualche bandiera nera dello stato islamico, ma non tutte. Ad accomunare quelle bandiere è il colore nero di fondo, ma le differenze sono notevoli e non stanno solo nei due fucili stampati su quella che sventola sulla linea aperta a ridosso di una scuola sventrata, dove combattono i giovani della katiba Abu Ali Sleba o nel cerchio bianco che distingue quella dell’Islamic State of Iraq e Syria che se controlla una zona della città ne mostra i simboli all’ingresso e in uscita. Gli uomini del Fsa combattono nelle stesse strade e la stessa guerra, ma con modi diversi di farla o di intenderla. Si percepisce la diversità di intendere e combattere questa guerra per esempio quando un drappello di uomini, sotto un vessillo nero, tenta il rapimento di un giudice in un quartiere abitato. E’ capitato non più di cinque giorni fa presso la corte civile di Al Mashad, poi occupata, tutto a causa di trattative riguardanti il sistema di leggi che il magistrato avrebbe condotto sul filo sottile che separa il diritto civile da quello islamico. A farlo diventare un obiettivo e fargli rischiare di sparire sarebbe bastato tanto. Al punto da far ammettere a qualcuno del Fsa che “finita questa guerra ci sarà da risolvere un’altra questione” e sarà quella per tenere distinte politica, giustizia civile e religione.
Enrico Romanetto
Andreja Restek
photo gallery
APR news
Categorie:Esteri, Inchieste Varie, Politica
Rispondi