La massima autorità religiosa sciita dell’Iraq, il Grande ayatollah Ali al Sistani, ha lanciato oggi un appello a “tutti coloro sono in grado di portare le armi” perchè si arruolino nell’esercito per combattere l’avanzata dei jihadisti dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isis).
Il presidente iraniano Hassan Rohani, in una conversazione telefonica con il premier iracheno Nouri al-Maliki, ha detto che L’Iran “combatterà il terrorismo sunnita” in Iraq e non permetterà a Paesi stranieri di “esportare il terrore” nel Paese, definendo i combattenti dell’Isis come “terroristi fanatici”. Secondo alcune fonti le truppe Iraniane si trovano già sul posto pronte a combattere.
Intanto continua la maxi-offensiva dei jihadisti. L’esercito iracheno bombarda le loro postazioni a Saadiyah e Jalawla, due villaggi della provincia di Diyala conquistati ieri dagli insorti. La zona è considerata strategica perché apre la strada all’avanzata verso Baghdad.
Il mondo aspetta che vengano prese ”decisioni tempestive” dal presidente Barack Obama per la gravità della crisi. In questo momento gli Stati Uniti stanno valutando la situazione e se inviare truppe in Iraq, il che probabilmente non avverrà.
Le persone uccise nei giorni scorsi In Iraq sarebbero centinaia e i feriti un migliaio. Stamattina ISIS ha comunicato di avere ucciso 2500 soldati governativi dopo la loro arresa. I depositi delle armi e missili sono nelle loro mani. In tutte le città sotto il loro controllo viene applicata la legge di Sharia. Pare che ISIS si trovi a pochi km da Baghdad. Negli ultimi tre giorni più di 500.000 persone hanno lasciato le loro case per sfuggire alla guerra in corso. Le immagini che Isis pubblica su vari social network sono drammatiche e fanno capire la gravità della situazione.
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phweb
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