La storia si infittisce sempre di più, il caso dell’ex agente Litvinenko, ucciso a Londra nel 2006 con il polonio 210, ha scosso il mondo intero.
Sembra che tutte le potenze mondiali, compresi i loro servizi segreti, siano coinvolte in un modo o nell’altro in questa storia.
La morte di Litvinenko assomiglia al vaso di Pandora, ci sono state infatti altre morti ancora non chiarite che sembrano tutte collegate con un filo invisibile.
Anna Politkovskaja, giornalista russa, era un’attivista per i diritti umani, è stata uccisa due mesi prima l’ex agente; Boris Nemtsov, uno dei leader dell’opposizione russa, contrapposto a Vladimir Putin, anch’egli ucciso.
Ma ci sono serie possibilità che possano esserci nel mirino altre persone, sempre legate allo stesso processo, come ad esempio Mario Scaramella.
Scaramella è un avvocato italiano, esperto in materia di terrorismo e questioni ambientali, che insieme a Litvinenko ha lavorato per la Commissione Mitrokhin, la commissione istituita dal Parlamento italiano per studiare i collegamenti dei servizi exKGB in diversi ambiti.
Scaramella aveva avvertito Litvinenko, durante il loro ultimo incontro, di un complotto russo per ucciderli entrambi, così come altre persone legate alla commissione.
Litvinenko ha fornito un dettagliato resoconto delle sue indagini sui legami tra Vladimir Putin e uno dei criminali più pericolosi del mondo – il mafioso e trafficante di armi, l’ucraino Semion Mogilevich, che ha legami anche con la camorra e la mafia italiana.
Ma subito dopo l’ultima udienza in cui Scaramella ha testimoniato davanti al giudice Owen, incaricato del caso, rispondendo alle domande (i verbali sono consultabili on line),
il direttore dell’autorità per il controllo del narcotraffico in Russia, Viktor Ivanov, ha rilasciato un’intervista all’agenzia Rt.
Nella lunga intervista, dove parla soprattutto del problema di droga in Afghanistan, affronta e parla anche del caso Litvinenko nominando i protagonisti italiani e svelando alcune informazioni molto sensibili.
Parla di Scaramella, che in passato ha accusato lo stesso Ivanov e Pino Arlacchi di aver dato fondi delle UN ai talebani colpevoli del 11/9, nel periodo in cui Arlacchi era sottosegretario delle Nazioni Unite.
Ivanov è stato oggetto di sanzioni con ordine esecutivo da parte del Presidente Obama, ed egli ritiene Scaramella responsabile per questo. Questo è un punto che collega la morte di Nemtsov, anch’esso ritenuto da Ivanov responsabile per le stesse sanzioni.
Ivanov e Arlacchi, sono stretti collaboratori in questioni legate all’Afghanistan e ai traffici di droga e sono in ottimi rapporti tra di loro.
Le accuse sono sicuramente serie e gravi e potrebbero mettere in serio pericolo la vita di Scaramella.
Un altro fatto certo è che Scaramella si è fatto tanti nemici, inizialmente è stato accusato di aver avvelenato Litvinenko e poco dopo scagionato, dato che gli accusati di omicidio sono Andrey Lugovoy e Dmitry Kovtun, entrambi ex guardie del corpo del KGB.
E’ stato poi arrestato e accusato di “calunnie” nei confronti di un ex agente FSB, che era un obiettivo delle indagini della commissione.
Ivanov, zar del controllo del narcotraffico, perché ha rivelato alcune informazioni così sensibili subito dopo il processo?
La domanda è semplice: Scaramella sta diventando un testimone troppo scomodo per qualcuno?
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