Lo scorso anno almeno 607 persone sono state giustiziate, in 22 Paesi, e 19’000 condannate.
I dati riportati non sono completi, in quanto non si hanno i numeri della Corea del Nord e della Cina dove tale informazione è considerata segreto di stato.
In Egitto e Nigeria sono state proclamate oltre 1.000 condanne a morte lo scorso anno, più di un terzo del totale mondiale.
La Nigeria ha annunciato 659 condanne a morte, soprattutto per omicidio e rapina a mano armata, ma un tribunale militare, nel mese di dicembre, ha condannato a morte 54 soldati che sono stati accusati di aver rifiutato di aderire ad operazioni contro il gruppo estremista Boko Haram.
L’Egitto ha annunciato almeno 509 condanne a morte lo scorso anno, molte delle quali nei processi di massa che si sono tenuti dopo la cacciata del presidente islamista Mohammed Morsi nel 2013. La pratica ha suscitato forti critiche internazionali. In un solo caso, nello scorso dicembre, 188 persone sono state condannate a morte per l’omicidio di 11 agenti di polizia.
Negli Stati Uniti almeno 72 condanne a morte sono state emesse lo scorso anno.
I Paesi con il maggior numero di esecuzioni registrate sono stati l’Iran con 289, l’Arabia Saudita con almeno 90, l’Iraq con almeno 61 e gli Stati Uniti con almeno 35.
Texas e Missouri hanno effettuato 10 esecuzioni. Altri stati americani che hanno emesso sentenze di morte erano Arizona, Florida, Georgia, Ohio e Oklahoma.
Il numero complessivo delle esecuzioni a livello mondiale nel 2014 è sceso quasi del 22% a partire dal 2013.
Altri paesi che hanno ripreso le esecuzioni nel 2014 son stati Giordania, Singapore, Egitto, Bielorussia, Emirati Arabi Uniti e Guinea Equatoriale.
L’Indonesia ha annunciato che avrebbe ripreso le esecuzioni per reati di droga.
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