Quattro cittadini italiani, dipendenti di una società di costruzioni, sono stati rapiti ieri in Libia vicino a un insediamento di Eni nella zona di Mellitah, ma la notizia è stata diffusa solo oggi dal ministero degli Esteri.
I sequestrati sono tecnici della ditta Bonatti di Parma, che ha confermato la circostanza con un comunicato.
“Al momento siamo in diretto contatto e coordinamento con le Autorità e con l’Unità di Crisi del Ministero degli Esteri italiano”, è scritto nella nota.
Un dirigente della società, contattata per telefono da Reuters, ha detto di non poter rispondere a domande sulle circostanze del rapimento, né se esso sia stato rivendicato o se sia giunta una richiesta di riscatto da parte dei sequestratori.
Secondo il ministo Paolo Gentiloni, oggi a Bruxelles per il Consiglio Affari Esteri, la matrice dell’episodio non è ancora chiara.
“E’ sempre difficile dopo poche ore capire la natura, i responsabili” ha detto Gentiloni ai cronisti. “E’ una zona in cui ci sono anche dei precedenti. Al momento ci dobbiamo attenere alle informazioni che abbiamo e concentrare sul lavoro per ottenerne di altre sul terreno”.
Dopo la chiusura dell’ambasciata italiana a metà febbraio, la Farnesina “aveva segnalato la situazione di estrema difficoltà del paese invitando tutti i connazionali a lasciare la Libia”, dice la nota del ministero.
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F.Reuters
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