La notizia che i talebani hanno preso il controllo di Kunduz, la più importante città settentrionale in Afghanistan, mostra quanto poco è durato il cambiamento realizzato in 14 anni dagli Stati Uniti impegnati nei combattimenti e nella ricostruzione.
La caduta di Kunduz si può paragonare alla conquista di Mosul, in Iraq, da parte dello Stato Islamico l’anno scorso. L’Iraq è altrettanto diviso e instabile come l’Afghanistan, nonostante i grandi investimenti e gli sforzi degli Usa.
I fallimenti analoghi di ricostruzione in Afghanistan e in Iraq dovrebbero servire come un avvertimento inquietante di quello che ci aspetta per la Siria nei prossimi decenni.
La natura del conflitto siriano, la devastazione che ha subito il Paese, e la storia degli interventi post-conflitto falliti, ci dicono che la Siria dovrà affrontare importanti sfide economiche e diplomatiche.
La caduta di Kunduz è un tragico fallimento degli Usa che da 14 anni combattono e cercano di ricostruire l’Afghanistan.
Nonostante la spesa di quasi 1 trilione di dollari (mille miliardi) il governo afgano rimane inefficiente e diviso. I talebani sono più numerosi e potenti che in qualsiasi momento a partire dal 2001, e al-Qaeda e lo Stato Islamico continuano a permanere sul territorio.
Anche in Iraq, dopo un anno di attacchi aerei e miliardi di dollari extra spesi e dedicati alla riqualificazione dell’esercito iracheno, il governo di Baghdad rimane disfunzionale, e lo Stato islamico è più potente che mai dalla sua fondazione nel 2004 e le milizie hanno il controllo su territorio.
Anche se una soluzione politica si materializzasse e la comunità internazionale si mettesse d’accordo sul modo per andare avanti verso una soluzione pacifica in Siria, il caos interno e la distruzione nel Paese sono sconcertanti, e richiederanno considerevoli livelli di assistenza da una comunità internazionale già aggravata dai fallimenti delle ricostruzioni attuali e passate.
Apr news
fsoufan
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