Laila Haidari, ex sposa bambina che gestisce due centri di trattamento delle tossicodipendenze, offre speranza e guarigione ai tossicodipendenti di Kabul.
Dalla caduta dei talebani, la produzione di oppio è salita alle stelle. L’Afghanistan produce il 90% della produzione mondiale e l’11% della popolazione è tossicodipendente. La tossicodipendenza non è riconosciuta come una malattia, esiste solo un‘infrastruttura che si limita al trattamento.
Laila Haidari, 36 anni, è una donna afghana che rischia tutto per salvare gli eroinomani. Suo fratello maggiore, Hakim, è stato un tossicodipendente per 25 anni. Laila è una ex sposa bambina, che a 12 anni ha dovuto sposare contro la propria volontà un uomo molto più vecchio. Ha avuto il suo primo figlio a 13 anni ed entro la fine della sua adolescenza Laila ha avuto tre figli.
A 21 anni, ha lasciato il marito. E‘ stata una decisione coraggiosa per una donna afghana, che allora viveva come rifugiata in Iran. Lasciando il marito, è stata ripudiata dalla sua famiglia e suo marito ha preso i suoi figli. Senza diritti e nessun aiuto, è tornata in patria, l’Afghanistan.
La film-maker Elissa Sylvia Mirzaei, nata in Pennsylvania, ha vissuto in Afghanistan per otto anni.
Parla correntemente Dari ed è attratta da storie intime che rivelano la complessità, la bellezza e le tragedie dell’Afghanistan.
Dopo aver conosciuto Laila nel 2012, Elissa e suo marito, Gulistan Mirzaei, fondatori di Mirzaei Films, hanno deciso di girare il loro primo documentario, Laila al Ponte.
Sotto il ponte, racconta Elissa Sylvia Mirzaei, si incontrano uomini e donne dimenticati dalla società, indesiderati. Prima della loro caduta nella dipendenza, erano soldati, poeti, medici, professori, studenti, giornalisti e artisti. Molti di loro sono stati rifugiati in Iran.
Per finanziare il centro Laila ha aperto un ristorante a Kabul chiamato Taj Begum, che significa “corona della donna”. Lo staff è composto da ex tossicodipendenti.
E‘ stato un modo per loro di trovare un sostentamento e per reintegrarsi nella società.
Gli incassi del Taj Begum sono l’unica fonte di finanziamento per il sostentamento dei suoi due centri di recupero.
Nonostante gli sforzi, Laila non è in grado di salvare tutti dal destino di dipendenza da eroina. Laila, con le sue risorse molto limitate, fa tutto il possibile per aiutarli a far sì che questo accada.
Come Laila, la documentarista Elissa Sylvia Mirzaei e suo marito si sono impegnati ad aiutare le persone alle prese con la dipendenza in Afghanistan, portando le loro esperienze nel mondo.
Hanno completato le riprese e hanno bisogno del vostro aiuto per completare la modifica del film. Aiutateci a portare Laila al Ponte, e un lato diverso dell’Afghanistan, in giro per il mondo.
http://cinecrowd.com/en/laila-bridge-2
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