Terrorismo, una sfida generazionale per i leader mondiali

Schermata 2015-11-16 alle 14.08.25 copia

Gli attacchi terroristici a Parigi hanno ucciso 129 persone e ferite 300 ed è solo l’ultimo di una serie di attacchi terroristici. Questi attacchi più recenti rappresentano una triste realtà, una crescente minaccia che era inevitabile, ma anche prevedibile. Poiché la portata del complotto si trasferisce dalla Francia al Belgio attraversando la Siria, la scala della minaccia è globale. L’ideologia dietro lo Stato islamico e altri gruppi si è diffusa ben oltre i campi di battaglia della Siria, presentando ai leader mondiali di oggi una sfida generazionale.

Le azioni terroristiche del 13 Novembre a Parigi non sono semplicemente l’ultimo di una serie di attacchi in Europa. Gli attacchi, condotti da tre squadre in sei luoghi diversi, rappresentano l’apertura di un lungo e temuto fronte nella guerra contro il terrorismo e l’estremismo violento, un nuovo capitolo nella guerra civile siriana e la continua ascesa dell’ideologia dell’estremismo islamico.

La minaccia del cosiddetto Stato islamico, dopo più di un anno di attenzione internazionale, deve ancora essere contenuta.

Attacchi come quelli nel Sinai, Beirut, e ora di Parigi, suggeriscono che il gruppo si è evoluto. L’evoluzione si vede nella pianificazione e nella gestione degli attacchi che erano diretti e ben organizzati, con un altissimo numero di vittime civili. Inizialmente i terroristi usavano sostenitori amatoriali per attacchi occasionali, ma in queste ultime azioni hanno dimostrato di avere professionisti sul posto.

L’iniziale rapporto e il numero di morti suggeriscono che c’era un livello di comunicazione diretta e significativa tra alcuni degli aggressori di Parigi conosciuti come “lupi del terrore’ di origine francese che vivono in Belgio, e alcuni membri dello Stato islamico in Siria. Fino ad ora era stato facile, per l’antiterrorismo, indovinare in che direzione la leadership dello Stato islamico aveva previsto gli attacchi precedenti. Gli aggressori di Parigi erano in contatto con operatori in Siria, e questo rappresenta un passo da gigante per il Califfato in Europa occidentale, e nello stesso tempo un grande pericolo. Lo spettro del comando a diretto controllo, in termini di portata del gruppo è davvero preoccupante.

Ma rimane anche la possibilità che questi attacchi non fossero necessariamente diretti, ma piuttosto motivati e resi possibili diversamente.

Ci sono 30.000 combattenti stranieri che sono andati a combattere per lo Stato islamico; anche una piccola percentuale di quelli che tornano, potrebbe avere il “mandato” come assalitori di Parigi, e rappresentano un pericolo chiaro e presente.

E’ molto più difficile, per l’antiterrorismo, fermare le cellule formate da familiari e amici locali, individuarli e distruggerli se non viaggiano lungo i tradizionali nodi terroristici. Cellule terroristiche piccole ma efficaci che il gruppo ha creato e formato, sono un vero e proprio incubo.

Come Ankara, Beirut, e innumerevoli altre città nelle ultime settimane e negli ultimi anni, anche Parigi deve affrontare una minaccia reale.

Secondo gli esperti, la sfida di attacchi come quelli di Parigi richiedono risposte effettive, e non solo banali slogan.

Apr news

fsofan



Categorie:Cronaca, Esteri, Politica, Terrorismo Gruppi

Tag:, , , , , , , , , , , , , , ,

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: