A Sinjar sono stati scoperti numerosi tunnel usati dall’Isil per ripararsi dai bombardamenti e spostarsi senza esser visti.
Si tratta di una città sotto la città, un vero e proprio labirinto di tunnel costruito utilizzando trapani pneumatici, attrezzature sofisticate, ma anche la manodopera degli yazidi ridotti in schiavitù. Quindici mesi di dominazione violenta, testimoniata proprio da quel crocevia di cunicoli costato certamente molto sangue visto che è stato costruito senza grandi forme di sicurezza.
Un rifugio sicuro anche in vista dei bombardamenti russo-americani. La dimostrazione, secondo alcuni analisti, che senza una forte operazione di terra lo Stato Islamico non potrà mai davvero essere distrutto.
“Qualche mese fa”, dice un combattente curdo, “abbiamo saputo da fonti sicure che gli islamisti avevano portato qui circa 700 persone detenute in loro prigioni e che li pagavano circa 30 euro al giorno. Esiste un tunnel sotto ogni strada ed edificio pubblico”.
In realtà appare difficile credere che, con la grande quantità di prigionieri a disposizione, Isil abbia davvero pagato quelle somme. Più probabile che si trattasse di schiavi.
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