In questo articolo, del (02/09/2014) riportavamo alcune conversazioni telefoniche che sono significativamente importanti riguardo le scintille che hanno portato dapprima allo scoppio della rivoluzione di Maidan, poi alla riannessione della Crimea da parte della Russia e, in seguito, alla guerra di fatto tra Ucraina e Russia che stiamo osservando in questi mesi.
In Ucraina le novità arrivano l’una dopo l’altra, percorrendo in poche ore distanze che altrimenti passerebbero in decenni.
Il pericolo guerra mondiale. Quali azioni di pace?
Pochissimi media occidentali hanno trasmesso la registrazione trapelata del colloquio di Victoria Nuland – incaricata Usa della cura dei rapporti diplomatici con Europa ed Eurasia – con l’ambasciatore statunitense in Ucraina. Ecco il colloquio con i sottotitoli
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I media mainstream si sono per lo più scandalizzati perché la signora della diplomazia a stelle e strisce – moglie del falco neoconservatore Robert Kagan – ha esclamato: “si fotta l’Unione Europea!” Ma hanno seminascosto la sostanza di questa telefonata, dove la Nuland disponeva e comandava la composizione del nuovo governo di Kiev dopo aver cacciato il presidente eletto Janukovyč.
Ascoltate la telefonata con cui il ministro degli esteri dell’Estonia Urmas Paet segnala a Catherine Ashton (Alto rappresentante per gli esteri e la sicurezza della UE) che molto probabilmente i cecchini che hanno innalzato il livello dello scontro a Kiev non sono uomini del presidente, bensì della coalizione appoggiata dall’Occidente.
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L’emittente russa in lingua inglese RT raccoglie la conferma del ministro estone: quella conversazione è autentica. Questo significa che il programma dei burattinai del golpe è una forma di strategia della tensione, uno spregiudicato programma da guerra.
Basta una scintilla, provocata ad arte, e il vulcano spento delle logiche di potenza e dei nazionalismi esasperati si potrebbe risvegliare, e allora sarebbe la fine dell’Europa, dall’Atlantico agli Urali.
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Grazie per aver ricordato questi dettagli infamanti. In questo blaterare di carri armati russi e di lotte per la libertà condotte impugnando svastiche, si fa fatica a tenere la bussola.