L’Arabia Saudita e gli alleati arabi hanno iniziato con gli attacchi aerei in Yemen alla mezzanotte di ieri.
Gli attacchi sono, secondo l’Arabia Saudita, una risposta alla crescente minaccia dei ribelli Houthi sciiti sostenuti dall’Iran, che hanno esteso il loro controllo militare verso il porto di Aden e verso la capitale yemenita, Sana’a.
Un centinaio di aerei da guerra sauditi stanno partecipando alla campagna denominata “Decisive Storm,” insieme a circa 85 altri aerei da combattimento provenienti da vari paesi arabi, tra cui gli Emirati Arabi Uniti, Qatar, Kuwait, Bahrain, Giordania, Marocco e Sudan.
Pakistan ed Egitto hanno riferito che hanno fornito sostegno militare per l’operazione “Decisive Storm” con navi da guerra e aerei.
L’Arabia Saudita ha chiuso lo spazio aereo yemenita a causa dell’escalation del conflitto e tutti i principali porti dello Yemen sono stati chiusi oggi.
Durante la scorsa notte, gli aerei che hanno partecipano all’operazione hanno colpito posizioni Houthi in tutto il paese, in quella che sembra essere una campagna aerea di vasta gamma. A Sana’a, è stato bombardato l’aeroporto internazionale e sono completamente distrutte la base militari che si trovano nelle vicinanze.
Le reti statali televisive Yemenite hanno riferito che 18 persone sono state uccise e altre 24 sono rimaste ferite nei bombardamenti.
Inoltre, l’agenzia di stampa saudita ha affermato che diversi leader Houthi sono stati uccisi durante gli attacchi aerei.
L’ambasciatore dell’Arabia Saudita negli Stati Uniti, Adel al-Jubeir, ha affermato che l’intenzione dell’operazione è quella di “tutelare il legittimo governo dello Yemen”, mentre un altro funzionario saudita ha detto a Reuters che una “offensiva di terra potrebbe essere necessaria per ristabilire l’ordine”.
Gli Stati Uniti hanno dato il loro sostegno per l’operazione e il presidente Obama ha autorizzato “supporto logistico e di intelligence”. Un sostegno verbale per l’operazione è arrivato anche da Francia, Regno Unito, Belgio e Turchia.
Federica Mogherini ha commentato che l’attacco allo Yemen rischia di provocare serie conseguenze nella regione e che l’intervento militare non è la soluzione.
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