“L’Iran ha deciso di condurre il suo commercio di petrolio in euro, non più in dollari” lo ha riferito l’analista economico Shabbir Razvi a Radio Sputnik. Si tratta di una “partita a scacchi” con Washington non ancora confermata dal governo.
“L’Iran sta cercando di costruire il suo rapporto con gli Stati Uniti e il mondo in maniera più cordiale di quanto non sia stato nel recente passato. Tuttavia, nello stesso tempo, non vuole che gli Stati Uniti diventino più forti. Questo è un gioco di scacchi che gli iraniani stano giocando nei confronti degli Stati Uniti”, lo ha detto il direttore della Fondazione Internazionale dell’osservatorio a Londra.
L’Iran ha recentemente firmato contratti e accordi petroliferi in euro con la francese Total, la Lukoil russa e la spagnola Cepsa, secondo una fonte anonima della proprietà statale National Iranian Oil Company alla Reuters. La logica alla base dietro la decisione dell’Iran è semplice: se Teheran si allontana dai petrodollari, gli Stati Uniti hanno meno controllo sul mercato del petrolio.
Al momento, il dollaro USA è la valuta per tutte le transazioni di materie prime per le multinazionali, in particolare per il commercio del petrolio. “E’ l’unica ragione per cui il dollaro e l’economia degli Stati Uniti sono stabili”, è stata l’osservazione di uno degli analisti del campo. Anche se negli ultimi cinque anni le transazioni globali in dollari sono notevolmente diminuite.
“Il dollaro era usato nel 90 per cento delle transazioni, ora solo nel 60 per cento. Di conseguenza, “il fascino e lo splendore” del dollaro sono in declino”, ha detto Razvi.
“Le economie emergenti stano assestando un duro colpo al Petrodollaro anche se le élite finanziarie occidentali hanno bisogno del sistema dei petrodollari” e gli Usa sono disposti a usare misure drastiche, anche militari, per proteggere lo status quo. Teheran è ben consapevole delle implicazioni della sua decisione”, ha continuato Razvi aggiungendo che “Saddam Hussein ha iniziato a vendere il petrolio in euro e sappiamo ciò che è accaduto in Iraq dopo il 2001. Destino simile è stato riservato anche al leader libico Muammar Gheddafi, che è stato ucciso dopo un intervento NATO. Gheddafi era un convinto sostenitore di introdurre una nuova moneta, il dinaro d’oro, per competere con il dollaro e l’euro”. Tuttavia Razvi ha sottolineato che le probabilità che gli USA lancino un attacco contro l’Iran sono scarse.
Fag.spu,ret
Categorie:Esteri, Personaggi, Politica
Rispondi