Il 2017 è stato un anno da incubo per i bambini

Libano, ph © Andreja Restek / Apr news

Il 2017 è stato un anno devastante per i bambini intrappolati nei conflitti in tutto il mondo. Sono stati attaccati negli spazi che dovevano essere sicuri – nelle case, nelle scuole, negli ospedali e nei parchi giochi.

I bambini sono stati deliberatamente presi di mira in molti conflitti: usati come scudi umani, uccisi, mutilati, rapiti e reclutati per combattere, violentati. Milioni di bambini hanno anche sopportato il peso delle malattie causate dalle guerre.

Violenza e conflitti in Medio Oriente e Nord Africa mettono a repentaglio la salute di decine di milioni di bambini. Come per esempio nello Yemen devastato dalla guerra già da tre anni, il conflitto e il collasso del sistema sanitario hanno provocato l’epidemia di colera più grande al mondo. In Iraq e Siria molti bambini sono rimasti uccisi, costretti a diventare combattenti oppure schiavi. A Rohingya erano costretti alla fuga dal Myanmar per cercare rifugio nel vicino Bangladesh.

Lo stupro, il matrimonio forzato, il rapimento e la riduzione in schiavitù sono oggi tattiche usuali per i gruppi armati, come per esempio in Nigeria il gruppo Boko Haram.

Il conflitto e la carestia nel Sud Sudan hanno portato a un esodo di persone nella vicina Uganda. La maggior parte dei rifugiati che entrano nel paese sono bambini e donne.

Nella Repubblica Democratica del Congo, centinaia di bambini sono stati feriti nella violenza che ha devastato la regione del Kasaï.

Le parti in conflitto devono adempiere ai loro obblighi di proteggere i minori e la comunità internazionale deve fare di più per renderle responsabili.

Questi sono solo alcuni dei conflitti attualmente in atto nel mondo dove i bambini pagano un prezzo devastante. L’impossibilità di andare a scuola e la perdita di intere generazioni dovrebbe far riflettere la comunità internazionale sulla enorme devastazione che si sta provocando.

Apr news

F.R. Unicef,
ph © Andreja Restek (diritti riservati)



Categorie:Cronaca, Esteri, Politica

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