Nel 2013 gli Stati Uniti hanno iniziato la loro operazione militare in Iraq per rovesciare il regime di Saddam Hussein. La minaccia è stata gonfiata e distorta, con la controversia delle armi di distruzione di massa (WMD) e lo spettro del terrorismo. Saddam è stato rimosso ma si è creata una nuova minaccia per tutto il mondo, il terrorismo. Dopo 15 anni gli Stati Uniti continuano a combattere la guerra in Iraq. I costi finanziari di questo conflitto sono difficili da valutare con precisione.
Nel 2013 l’istituto Watson della Brown University ha valutato che le spese per la guerra in Iraq sono arrivate a 2 trilioni di dollari, cifra che salirà a 6 trilioni di dollari nei prossimi decenni. Queste cifre non comprendono le spese attualmente in corso per combattere l’autoproclamato Stato islamico in Iraq e in Siria, e neanche gli enormi costi associati alle spese delle agenzie di antiterrorismo. Gli Stati Uniti hanno perso 4.424 personale nell’operazione Iraqi Freedom, e altre 31.952 sono rimaste ferite. Le stime dei civili iracheni uccisi variano da 180.807 a 202.757 secondo il sito ‘Iraq Body Count’ che lavora per fornire un numero accurato dei morti legati alla guerra.
I costi personali ed emotivi per gli iracheni sono enormi. Le ripercussioni della prima invasione non sono diminuite nel corso dei 15 anni passati da quando gli Stati Uniti hanno dato il via alla guerra con l’aspettativa di una rapida vittoria.
La regione è molto meno stabile e sicura di quanto non fosse il 19 marzo 2003, anche se la rimozione del regime di Saddam ha indubbiamente aiutato ampie parti della popolazione irachena. Le minacce del terrorismo sono molto più grandi sia nella regione sia al di fuori, esattamente l’opposto di ciò che si intendeva ottenere con l’invasione. Eppure i sondaggi mostrano che alcuni americani credono ancora che la guerra in Iraq fosse giustificata e che le misure intraprese dall’amministrazione Bush sulle armi nucleari di Saddam Hussein e le armi di distruzione di massa non fossero semplicemente guerrafondaie, ma che fossero veritiere.
Molti hanno mentito o hanno piegato la verità per raggiungere i loro obiettivi geopolitici, gravemente confondendo la comunità globale presentando analisi false sulla minaccia di Saddam Hussein. Tutto questo ha provocato una sanguinosa guerra in Iraq con conseguenze terribili. Il risultato è una guerra che ha decimato la popolazione, ha dato origine a gruppi terroristici e ha avuto un costo incalcolabile per l’esercito americano. La realtà di ciò che è accaduto in Iraq non dovrebbe essere dimenticata o rimossa per altri interessi personali, di modo che le operazioni future siano intraprese con maggiore cura e responsabilità.
Adesso esiste il pericolo che si ripeta questo schema con l’Arabia Saudita e l’Iran. Molti dell’amministrazione Trump sono intenti a contrastare l’influenza dell’Iran con la forza. Presentare un quadro di un Iran inarrestabile e concedere all’Arabia Saudita le tecnologie nucleari darebbe al mondo una nuova guerra in Iraq, e anche un’altra, pericolosissima, con l’Iran.
fagsou, ph andreja restek
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