Il 26 marzo la Cina ha lanciato lo yuan come valuta di scambio sul petrolio sul Shanghai International Energy Exchange, sfidando così il predominio degli standard del Brent e del West Texas Intermediate (WTI).
La mossa di Pechino potrebbe facilitare l’internazionalizzazione della valuta cinese e infliggere un duro colpo al dominio di vecchia data del petrodollaro statunitense. La Russia è pronta a sostenere i contratti cinesi, secondo una fonte vicina al vertice della Borsa di San Pietroburgo (SPBEX). Attualmente il dollaro USA viene utilizzato come valuta di pagamento dei contratti nel sistema globale di scambi di idrocarburi, oltre che per altre materie prime, ciò fornisce al dollaro il suo status di valuta principale del mondo. Tuttavia, lo yuan sta cercando di rimuovere il petrodollaro americano da uno dei mercati petroliferi in più rapida crescita al mondo.
Secondo la US Energy Information Administration (EIA), nel 2017 la Cina ha importato 8,4 milioni di barili di greggio al giorno, mentre gli Stati Uniti hanno importato 7,9 milioni di barili.
I nuovi contratti sul petrolio della Cina, scambiati in yuan, entrano in una nuova era del commercio globale. Questo è il secondo tentativo di Pechino di lanciare i propri standard sul petrolio. Il primo fu intrapreso nel 1993, quando la Cina aprì le borse del petrolio a Pechino e Shanghai. Tuttavia la Cina li chiuse due anni dopo a causa dell’instabilità dei mercati delle materie prime e della debolezza dello yuan.
La Cina non è l’unico paese che cerca di utilizzare la sua valuta nazionale nel mercato petrolifero, anche la Borsa di San Pietroburgo (SPBEX), da novembre 2016 sta portando avanti operazioni con gli standard petroliferi russi degli Urali utilizzando il rublo. La concorrenza al tanto usato petrodollaro adesso è costituita dal Petroyuan e dal Petrorublo, cosa che fa molto innovosire gli Stati Uniti. Mosca e Pechino stanno attivamente riducendo la loro dipendenza dal dollaro nel commercio reciproco. Nell’ottobre 2017, la Cina ha lanciato un sistema di pagamento PVP per transazioni in yuan e rubli russi. Significa che i pagamenti per le consegne di petrolio in Russia verso la Cina, che hanno raggiunto 60 milioni di tonnellate all’anno, potrebbero essere effettuati senza un intermediario statunitense.
Il lancio in Cina dei propri contratti petroliferi sull’International Energy Exchange di Shanghai viene in gran parte visto come il tentativo di Pechino di detronizzare il petrodollaro, che ha mantenuto le sue alte posizioni dagli anni ’70.
Avendo annunciato tariffe addizionali sulle importazioni di alluminio e acciaio, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha imposto 60 miliardi di dollari in tariffe addizionali a Pechino.
In risposta, la leadership cinese ha avvertito che una nuova guerra commerciale potrebbe infliggere un duro colpo a entrambi i paesi. “Una guerra commerciale non aiuta gli interessi di nessuno: porterà solo a gravi conseguenze e ad un impatto negativo”, ha sottolineato il vice premier cinese Han Zheng rivolgendosi al Forum per lo sviluppo della Cina a Pechino.
Il premio Nobel Robert Shiller nella sua ultima intervista alla CNBC ha detto che le misure intraprese tra USA e Cina finiranno per indebolire il mercato globale, e rischiano di portare a una nuova crisi economica globale.
Apr news
fag,phweb
Rispondi