Trump usa ogni mezzo per scatenare la guerra con l’Iran 

Iran, ph © Andreja Restek

L’amministrazione Trump sta usando tutti i mezzi possibili per bloccare l’esportazione di petrolio da parte dell’Iran.  L’obiettivo di Washington è applicare la “massima pressione” sull’economia iraniana e costringere la leadership del Paese ad accettare una vasta serie di richieste per un nuovo accordo nucleare rivisto. A maggio scorso le estensioni delle sanzioni per l’acquisto di petrolio iraniano hanno portato le esportazioni di petrolio dell’Iran a un nuovo minimo di 300.000 barili al giorno. I volumi di esportazione di petrolio dell’Iran, raggiunti nel periodo 2016-2018 quando non erano applicate sanzioni, erano circa 2,5 milioni di barili al giorno.

Da luglio, nel momento delle maggiori tensioni nel Golfo Persico tra Stati Uniti e Iran, l’amministrazione Trump ha adottato misure più aggressive per negare all’Iran la possibilità di esportare petrolio.  La giustificazione per applicare queste misure è stata l’affermazione secondo cui le spedizioni di petrolio iraniano sono organizzate per finanziare il Corpo islamico della guardia rivoluzionaria (IRGC).  Ad aprile, l’amministrazione ha inserito l’IRGC come Organizzazione terroristica straniera (FTO), ed è la prima volta che gli Stati Uniti hanno applicato tale designazione a una forza armata di un governo straniero. La legge che ha creato la designazione FTO intendeva applicare la designazione ai gruppi, non alle organizzazioni di governi stranieri.  L’amministrazione ha giustificato la designazione sulla base del fatto che la Forza Qods (IRGC-QF) dell’IRGC è lo strumento attraverso il quale l’Iran sostiene fazioni armate regionali, come Hezbollah libanese e Hamas, che sono nell’elenco FTO. L’IRGC-QF ha anche organizzato l’ampio sostegno dell’Iran al regime di Assad in Siria e anche questo Paese, come l’Iran, è stato designato dagli Stati Uniti come sponsor statale del terrorismo. Come previsto, la designazione dell’IRGC come FTO ha aperto nuove strade nella campagna dell’amministrazione Trump contro l’Iran.

Ad agosto il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha chiesto a un tribunale di Gibilterra, un territorio britannico d’oltremare, di continuare a trattenere una nave iraniana (Grace I, ribattezzata Adrian Darya 1) che Gibilterra aveva sequestrato per una presunta violazione delle sanzioni dell’Unione europea contro la Siria.  Il Dipartimento di Giustizia ha affermato che l’IRGC aveva organizzato la spedizione di petrolio e che il rilascio della nave avrebbe quindi sostenuto il terrorismo iraniano. Il tribunale di Gibilterra ha negato la richiesta degli Stati Uniti, sostenendo che l’UE non considera l’IRGC un’organizzazione terroristica.  Dopo il rifiuto di Gibilterra, gli USA hanno successivamente minacciato di imporre sanzioni a qualsiasi operatore portuale europeo che facilitasse il viaggio in corso della nave.

E, secondo quanto riferito, gli Stati Uniti hanno offerto al capitano della nave una ricompensa di $ 15 milioni se avesse guidato la nave in un porto dove sarebbe stata sequestrata.  Senza risposta a tale offerta, il 30 agosto l’amministrazione ha sanzionato la nave e il suo capitano, un cittadino indiano. L’offerta monetaria si è avvalsa del programma “Rewards for Justice”, un programma di lunga data degli Stati Uniti progettato per prevenire atti di terrorismo globale.  In una conferenza stampa del 4 settembre, il principale funzionario del Dipartimento di Stato sull’Iran, l’ambasciatore Brian Hook, si è vantato che “è la prima volta che gli Stati Uniti hanno offerto una ricompensa per le informazioni che interrompono le operazioni finanziarie di un’entità governativa”. In questo caso, nel tentativo di schiacciare l’economia iraniana, l’amministrazione ha fatto uso del programma di ricompense per uno scopo diverso da quello previsto.

Sempre il 4 settembre, gli Stati Uniti hanno sanzionato, in quanto entità a sostegno del terrorismo, 16 piccole compagnie mediorientali e 10 individui collegati all’esportazione di petrolio dell’Iran in Siria e alla nave Adrian Darya I stessa.  Il Dipartimento del Tesoro ha pubblicato contemporaneamente una guida minacciando sanzioni statunitensi contro qualsiasi operazione portuale che faciliti le spedizioni di petrolio iraniano.  Nonostante tutte le azioni degli Stati Uniti, Teheran ha annunciato il 9 settembre che Adrian Darya 1 aveva completato il suo piano originale di consegnare il petrolio in Siria.  La consegna ha contraddetto la promessa dell’Iran al Regno Unito che sarebbe stato trovato un altro acquirente per quel petrolio.  Lo sforzo degli Stati Uniti di interrompere le spedizioni di petrolio iraniano non ha fatto deragliare gli sforzi dell’UE per salvare l’accordo nucleare iraniano, che è stato quasi portato al collasso a seguito dell’abrogazione dell’accordo da parte dell’amministrazione Trump.  Nessun governo europeo ha ordinato ai suoi operatori portuali di impedire o interferire sistematicamente con qualsiasi nave iraniana, e nessuno ha fatto eco all’annuncio degli USA del legame tra le vendite di petrolio iraniano e il sostegno al terrorismo.

L’UE sta invece andando avanti con un piano – che contraddice chiaramente la campagna di pressione degli Stati Uniti – di fornire all’Iran 15 miliardi di dollari in crediti per acquistare beni europei in cambio del ritorno dell’Iran alla piena conformità con l’accordo nucleare

Apr news, ph © Andreja Restek 

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Categorie:Cronaca, Esteri, Personaggi, Politica, Terrorismo Gruppi

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