Iran: economia e politica

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Dal 28 dicembre le proteste quotidiane hanno iniziato a estendersi in più di 30 città iraniane, pur rimanendo relativamente limitate nella capitale, Teheran. L’origine delle proteste è nata dalle preoccupazioni nelle fasce più povere per l’aumento dei costi dei beni di prima necessità. L’opposizione inoltre denuncia la corruzione del governo, il monopolio politico del regime al potere, i controlli sulla libertà di espressione, compresi i codici di abbigliamento islamici conservatori per le donne e gli interventi costosi nei numerosi conflitti della regione, in particolare la guerra civile siriana. Mentre le proteste sono state per lo più pacifiche, alcuni manifestanti hanno attaccato gli uffici del governo locale e hanno abbattuto le immagini del capo supremo, Ayatollah Ali Khamenei. Fino ad oggi 20 manifestanti sono morti. Il governo ha anche chiuso diversi canali di social media, tra cui anche il servizio di messaggistica istantanea di Telegram, utilizzati per condividere informazioni.

Molti esperti italiani consigliano un linguaggio cauto, quando si parla dei fatti dell’Iran, se si vuole realmente aiutare il l popolo iraniano. Il Presidente degli Usa Trump gioisce per la situazione altamente instabile visto che l’Iran è per “molti” americani un nemico storico da sempre. Ma che cosa potrebbe nascondersi dietro tutto ciò? I grandi accordi commerciali che l’Europa e l’Iran hanno stipulato negli ultimi anni mettono in crisi alcuni mercati, tra cui anche quello americano, inoltre la dichiarazione di non voler utilizzare più la moneta statunitense da parte dello stato Iraniano aumenta già l’altissima tensione. La guerra in medio Oriente, inoltre, non ha giovato ai rapporti, già tesi, con gli Usa.

Commercio

Gli Emirati Arabi Uniti e la Cina sono ora i principali partner commerciali dell’Iran, che rappresentano rispettivamente il 23,6% e il 22,3% del commercio iraniano.

Nella prima metà del 2017 gli scambi commerciali tra Iran e Unione Europea hanno superato i 9,9 miliardi di euro, registrando un aumento del 95% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Le esportazioni verso le 28 nazioni dell’UE hanno superato i $ 5 miliardi, indicando un aumento del 227% anno su anno, dati Eurostat condivisi con il Financial Tribune.

Nello stesso periodo, l’Iran ha importato 4,94 miliardi di euro di merci dall’Unione Europea. La Germania è in cima alla lista degli esportatori in Iran, con 1,39 miliardi di euro alla Repubblica islamica. L’Italia è seconda con 849,6 milioni di euro e la Franciia segue con 763,7 milioni di euro. Secondo la Commissione europea, nel 2016, le importazioni dell’UE dall’Iran sono aumentate del 344,8% e le esportazioni dell’UE sono aumentate del 27,8%.

L’Italia è stato il maggiore importatore dall’Iran, in quanto ha acquistato 1,54 miliardi di euro di beni iraniani durante il periodo. Seguono Francia, Grecia e Spagna, rispettivamente con 1,26 miliardi di €, 638,5 milioni di € e 609,4 milioni di € di importazioni.

Alcune delle aziende che hanno stipulato accordi commerciali con l’ran sono Total, China National Petroleum Corp, Renault, il gruppo svizzero MECI International, PSA Peugeot Citroen, Siemens AG, ATR, solo per nominarne alcuni .

L’esportazione della democrazia fino ad oggi si è dimostrata una delle pratiche più errate utilizzate dalle potenze occidentali, che sempre si trasforma in business senza scrupoli utilizzando i diritti umani come scusa.

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Categorie:Esteri, Politica

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